martedì 27 agosto 2013

Angelina versus Monica. Stai a vedere...







... che iniziare una relazione dopo due precocissimi divorzi alle spalle, e come se niente fosse fare una pletora di figli (tre), adottarne altri (tre), farsi fotografare sempre con gli stessi appesi dappertutto, sempre insieme al partner, tra una campagna umanitaria ed un campo profughi è la ricetta vincente per consolidare una coppia sempre sotto i riflettori?

Eppure sull'unione Brangelina non avrebbero scommesso in molti, vista l'inquietudine che aveva caratterizzato il passato della bellissima attrice, che tra i numerosi tatuaggi impressi sul corpo teneva a precisare  "A prayer for the wild at heart, kept in cages" (Una preghiera per gli spiriti liberi, tenuti nelle gabbie)"   "Quod me nutrit, me destruit" (Ciò che mi nutre mi distrugge).

Monica, invece, all'apparenza,  non aveva sbagliato un colpo: lei e il tenebroso Vincent erano insieme dal 1999, e  l'attrice argomentava che essere costretti a stare molto tempo distanti, ed in case separate, anche per motivi di lavoro, non faceva che aumentare e rinverdire la passione.  La coppia d'altra parte flirtava e si esibiva anche in interviste, eventi e pellicole  (una decina ad alto contenuto erotico).

Poi la nascita delle bambine, che era avvenuta in maniera neanche troppo ravvicinata, per non disturbare quell' "armonia silenziosa" con il compagno,  come sosteneva in una intervista di qualche anno fa.  Ma che vuol dire armonia silenziosa, Monica?



domenica 18 agosto 2013

"E' un bicchiere di vino con un panino la felicità!"






 (Illustrazione di Giancarlo Caracuzzo)

È un bicchiere di vino con un panino la felicità!“, per tutti coloro che si trovano d’accordo con questo piccolo stralcio di saggezza popolare, per tutte le buone forchette e per gli appassionati di folklore italiano: è arrivata l’applicazione che fa per voi."

Questa era la presentazione della App per smartphone creata appositamente per ricercare nel territorio italiano gli eventi gastronomici e culturali, e che prende spunto dalla famosa canzone di Al Bano e Romina.

Con la crisi imperante, farsi una passeggiata in un bel borgo o in una cittadina balneare, approfittando anche delle proposte artistiche e culinarie, spesso a costo zero, non è trascurabile.

Ho l'impressione, tra l'altro, che da semplice sagra di paese, molti di questi eventi stiano prendendo una piega più importante, con la maggiore partecipazione di giovani che sono obbligati a vivere l'estate nelle famiglie, o a ritornarci, perchè questo rappresenta un'alternativa economica al viaggio d'esplorazione che non ci si può permettere.

E, complice la favorevole legislazione che permette di detrarre tutte le spese per le sponsorizzazioni, anche le aziende si avvicinano con più facilità a questo tipo di investimento, magari offrendo occupazione agli stessi giovani del territorio, che si occupano dell'organizzazione e dell'animazione dell'evento.

Mi piace, mi piace.

mercoledì 7 agosto 2013

Quando il reality diventa horror.



(Illustrazione di Flavia Caracuzzo)

Come dice Carlo Freccero, gli spettacoli stile reality ci divertono perchè traducono la realtà in gioco, coinvolgendoci e rendendoci partecipi.
E il dispositivo televisivo è ossessionato dalla realtà spettacolare, sfruttando chi,  pur di partecipare,  è pronto a tutto. Gli autori, poi,  (se fosse solo realtà, non servirebbero), pur di raggranellare ascolti e stupire, se ne inventano una più del diavolo.
Andiamo in Pakistan, per esempio, dove si offrono premi in cambio di risposte esatte a domande sul Corano. Ma alcune coppie, invece di un televisore o di un frigo, si sono viste offrire un bambino abbandonato.
Negli Stati Uniti si aspetta con ansia "The ghost inside my child", che promette solo storie vere  di bambini che raccontano "ricordi di vite precedenti" o passate esperienze traumatiche. La puntata pilota,  con un ragazzino che raccontava la sua caduta nel vuoto dalle Torri Gemelle del 2001, ha prodotto commenti e polemiche.
Ma leggo che c'è molto di peggio, e non solo in Cina, dove si fanno interviste a condannati a morte prima dell'esecuzione, ma anche nella  emancipata Olanda: in "Cavie" si deve superare ogni tabù, perfino mangiare pezzetti della propria carne, e in un altro show una malata terminale decideva a chi dei tre concorrenti in dialisi donare il suo rene, aiutata dal voto da casa degli spettatori.
Sembra ieri, insomma, che il povero Pietro Taricone si appartava dietro al divano, nella casa del Grande Fratello,  per fare sesso eludendo le telecamere, agli albori di quei comportamenti voyeristici e sensazionalistici che avrebbero fatto scuola nello spettacolo televisivo.