domenica 2 marzo 2014

Se il Museo non è più un tempio.


Flavia Caracuzzo - Pinocchio e la balena.




Ne esistono ancora di musei così: luoghi vecchi, polverosi, noiosi, lontani dalla vita reale. 

Ma quelli che hanno più successo sono cambiati radicalmente, diventando, oltre che vetrine per collezioni e depositi culturali, posti dove la gente si trova a proprio agio, interagisce e discute.

Le statistiche di tutto il mondo confermano che il numero di visitatori è cresciuto in maniera esponenziale. Per fare un esempio,  il Louvre di Parigi, il museo più famoso e classico del mondo, nel 2012 ha avuto un milione di visitatori in più rispetto al 2011, nonostante  le persone hanno più scelta che in passato su come trascorrere il loro tempo libero, e anche attraverso la televisione o internet, possono accedere ad ogni cosa attraverso un clic.

Allora perchè questo grande entusiasmo? Forse semplicemente perchè è aumentato nel mondo il numero di persone con un grado di istruzione superiore.  Tanto che molti dei musei classici si sono trasformati da "sobri contenitori" a "compagni esuberanti", con il sostegno di amministratori locali, che vedono le grandi collezioni un’attrattiva per i turisti; degli urbanisti, che vedono la possibilità di ridare vita ai quartieri degradati; dei ricchi, che vogliono mettere il loro denaro al servizio della filantropia, lavandosi anche la coscienza; infine dei giovani stanchi di altre forme di intrattenimento.

Anche nei paesi emergenti la costruzione di nuovi musei è in aumento, soprattutto dietro la spinta dei governi, che vogliono offrire una immagine culturalmente più sofisticata, vedendo i musei come simbolo di benessere e fonte di istruzione per i loro cittadini, oltre che attrazione per i turisti stranieri, come avviene per esempio in Qatar, che sta investendo massicciamente in nuove costruzioni, o in Cina, che tra non molto avrà quattromila musei:  sono un quarto di quelli degli Stati Uniti, ma sta cercando di mettersi al passo, visto che negli anni cinquanta contava solo 25 musei.

L'unico paradossale inconveniente è che molte nuove strutture si ritrovano senza collezioni nè curatori.

E allora cosa aspettiamo? Di sicuro un comodo sistema per far soldi,  in futuro,  sarà prestare le nostre opere d'arte alle sfornite e ricche gallerie straniere.