sabato 9 marzo 2013

Quanto uccide la coerenza?




"From Superheroes to Supersized" Giancarlo Caracuzzo



Da un articolo di Andrea Scanzi sul Fatto Quotidiano, parlando delle differenze tra piddini e grillini:
" Il centrosinistra è un Commodore 64 che nessuno vuol potenziare, il M5S un iPad evoluto che non tutti sanno usare (il fascismo buono, i microchip: ma de che?). Mondi, facce e lingue diverse. Niente alleanze. Niente fiducia. E nemmeno un esperanto all’orizzonte."
Nel suo saggio "Elogio dell'incoerenza", il filosofo polacco Leszek Kolakowski sostenne che, trovandoci regolarmente davanti a scelte egualmente valide che esigono una dolorosa riflessione etica, essere incoerenti è l'unico modo per evitare di diventare ideologi dottrinali, fedeli ad un solo algoritmo. "La progenie degli esitanti e dei deboli... di coloro... che credono nella sincerità ma invece di dire ad un esimio pittore che è un imbrattatele lo elogiano educatamente",  scrisse, "questa progenie degli incoerenti resta una delle grandi speranze per la sopravvivenza della razza umana".Per Kolakowsi, insomma, la coerenza assoluta equivale al fanatismo.
Ed un'altra famosa citazione in merito è quella di Honoré Gabriel Riqueti conte di Mirabeau, scrittore, diplomatico, rivoluzionario, agente segreto e politico francese, segnato da una "bruttezza grandiosa e folgorante", che nel 1700 disse: "solo gli imbecilli non cambiano mai idea".

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