sabato 30 novembre 2013

Avvocati al tempo dei robot.

Illustrazione di Giancarlo Caracuzzo

Qualche tempo fa parlavo di Rex , l'ultimo e più sofisticato robot mai creato dall'uomo, e delle discussioni sull'etica, rispetto al suo utilizzo futuro.

Ora ci spingiamo oltre. Se un robot, nell'ambito delle mansioni a lui affidate,  procurerà  danni a persone e cose, di chi sarà la colpa? C'è tutta una giurisprudenza da inventare, e abbastanza in fretta, se pensiamo che già si utilizzano veicoli senza conducente, per esempio.
Se mi viene addosso un'auto è colpa del guidatore robot? Non sempre, dicono gli avvocati e giuristi esperti  di "geek law", perchè, prendendo a prestito la vecchia giurisprudenza, anche un cavallo, che mi scalcia perchè gli passo troppo vicino e lo spavento, in alcuni casi non può essere ritenuto responsabile.

Ed il robot giardiniere? Se passa dal giardino del vicino al mio, e mi devasta la siepe, è anche colpa mia che ho lasciato aperto il cancello.
Chi acquisterà il robot, comunque,  dovrà sottoscrivere un sofisticato contratto di manutenzione, per tutelare la comunità a fronte di qualche malfunzionamento.
Ma la questione più spinosa, forse, sarà sempre di più quella della violazione della privacy.
I piccoli aerei senza pilota, che vengono chiamati droni, ad esempio, sono sempre più diffusi: ora vengono utilizzati soprattutto da polizia e magistratura, ma si prevede che presto affolleranno i cieli, riuscendo  ad intercettare  telefonate e sms, oltre che a catturare immagini. E diversamente dalle telecamere a circuito chiuso, posizionate in luoghi fissi, ci possono seguire fin nel giardino di casa. Non ci resterà che sorridere, se ci accorgiamo che ci stanno riprendendo!




sabato 23 novembre 2013

Il Dottor Franchettini (incipit)

Illustrazione di Flavia Caracuzzo
 
 
 
"ll Dottor Franchettini lo potevi incontrare tutte le mattine al Bar Lilly intorno alle 7 e 15, 7 e 30 al massimo. Usciva di casa prestissimo e non rinunciava mai al suo caffè macchiato, neanche in pieno inverno. La cosa che più colpiva nel volto rugoso erano gli occhi: chiari, freddi ed impenetrabili, anche quando sembrava sorridere.

I modi erano sempre gentili ed educati, ma nessuno nel quartiere sapeva nulla di quell’uomo. La signora Liliana, proprietaria del bar, raccontava in giro che fosse un medico in pensione e che la moglie era morta già da molti anni. Non aveva figli.

Qualche volta avevo provato ad approfondire, mentre consegnavo le monete per pagare la colazione, depositandole nella mano rugosa ed ingioiellata della signora: “Ma... il dottor Franchettini… lavorava in ospedale?” Lei imbronciava un po’ la bocca, eccessivamente dipinta di rosso, sollevava la curva delle sopracciglia, guardava verso il basso, ma non rispondeva."