giovedì 30 maggio 2013

E ti credo che ti violentano! (in India di più).





(Blue Hair - Giancarlo Caracuzzo)

Lo sentiamo dire sempre dai conservatori bigotti: le donne ormai non conoscono vergogna; vanno in giro in minigonna, scollacciate, se la cercano proprio la violenza.
A leggere le notizie che vengono dall'India (purtroppo non ci sono mai stata) la dimensione del cambiamento è ancora più evidente: molte giovani donne hanno abbandonato negli ultimi anni il sari per jeans aderenti e hanno rinunciato a raccogliere i lunghi capelli nella tradizionale treccia, lasciandoli cadere sulle spalle, con grave imbarazzo di mamme e nonne. 
Alcune "addirittura" guidano lo scooter nel traffico infernale delle grandi città, e non si siedono più all'amazzone sul sellino quando vengono trasportate, come continuano a fare le più anziane.  
Spesso queste stesse ragazze, nel momento in cui sono promesse dalla famiglia ad uno sposo, magari più anziano, vengono indotte a cambiare atteggiamento con le buone o con le cattive, e in alcuni casi si ricorre anche ad un intervento per la ricostruzione della verginità perduta.
I casi di violenza sessuale nel 2011 sono stati circa 24.000, ma si considera che per ogni caso denunciato almeno 50 sono stati taciuti, per l'intervento delle famiglie e della polizia.
Nell'emergenza, quindi, un comitato di esperti e medici è stato chiamato a coordinare il comportamento delle autorità in presenza di una denuncia, creando un protocollo di intervento, che è andato fortunatamente a sostituire alcune pratiche. Per fare un esempio,  veniva praticato il test delle "due dita", per verificare se la donna che ha subito violenza fosse già abituata a pratiche sessuali di penetrazione completa. In quel caso la violenza sarebbe meno grave.
Un'altra insensata valutazione sul tipo di violenza veniva dalla corporatura della vittima: se era di robusta corporatura avrebbe potuto opporre resistenza, non considerando che spesso deve difendersi da un branco e non da un singolo.
 








domenica 26 maggio 2013

Madonna non è più così Material Girl?

Miss Ciccone non si smentisce mai, in fatto di investimenti.

D'altra parte l'arguto Mike Jagger aveva ragione da vendere, quando in tempi non sospetti disse che la ragazza era una goccia di talento in un mare di ambizione.
Oltre che nella sua inossidabile immagine, Madonna nel 1990 aveva infatti investito 3,4 milioni di dollari in  un dipinto di Fernand Leger dal titolo Tre donne e un tavolo rosso, uno dei più celebri del famoso pittore cubista francese. Eccolo:



Dieci giorni fa il quadro è stato battuto all'asta da Sotheby's a New York, raggiungendo la favolosa cifra di 7,2 milioni di dollari.
Il battitore ha presentato l'opera dicendo che la vendita «aiuterà la Fondazione Ray of Light di Madonna, che sostiene progetti educativi per le ragazze del Medio Oriente e del Sud dell'Asia». La popstar ha infatti scelto di separarsi dal quadro proprio per dare nuova linfa alla fondazione che da tempo sostiene, dichiarando di voler scambiare 'qualcosa di prezioso e tangibile con qualcosa di altrettanto prezioso'.
I maligni dicono però che Madonna si sarebbe stancata dell'arte cubista, ritenendola troppo fredda, e vorrebbe lasciarsi avvolgere dall'oro dei maestri del Rinascimento Italiano, molto più affollato di "Madonne". Come darle torto?

(Particolare di Madonna - Botticelli)

domenica 19 maggio 2013

Donne in assetto da guerra.


Se non ce ne fossimo accorti, questa estate la vera tendenza in tema di look è il camouflage, o stampa mimetica. Dai pantaloni skinny, alle minigonne, agli shorts, alle borse, fino alle giacche e le camicie, è tutto un fiorire di piccole borchie e di macchie. Non solo, dicono le fashion bloggers: la stampa leopardata e quella camouflage sono divine insieme!

Ma perchè, dico io?  Oggi il mimetico non ha più il valore simbolico che aveva alla fine degli anni Settanta, quando,  in piena contestazione, i giovani andavano a vestirsi nei mercatini dell' usato, dove l' abbigliamento militare, mimetico compreso, andava per la maggiore, e i giovani saccheggiavano le divise militari di seconda mano, per reinventarsi il loro guardaroba. In quel periodo vestire così era un modo di essere contro, di dimostrare la propria rabbia contro il sistema.

Che senso ha, a distanza di oltre trent' anni? C'è un messaggio?  Gli stilisti dicono di no. «Sì, può definire un nuovo decoro, reso gioioso e gentile, senza più aspetti militareschi - spiega lo stilista Elio Fiorucci - oggi chi ama il camouflage non è un contestatore. È solo un fan della moda».

Certo, che battaglia può condurre una donna che indossa queste scarpe?  Di quale contestazione può chiamarsi testimone?
 Forse soltanto di un bisogno sempre più estremizzato di farsi notare, di assomigliare a quelle che ce l'hanno fatta ad apparire in televisione, a sposarsi con un calciatore.
Spesso boteriane fanciulle che sono convinte che il fuseaux mimetico dona moltissimo anche a loro, nonostante i venti chili e i venti centimetri che le separano da Belen.
Pura glorificazione del narcisismo, insomma. Null'altro.
Anche perchè ci saranno altrettanti maschietti che si vestiranno e si tatueranno avendo come modello Fabrizio Corona, senza averne il fisico, naturalmente.


sabato 11 maggio 2013

Da Lenin a Putin, passando per la vodka.

 (Illustrazione di Giancarlo Caracuzzo)

So per certo che il mio blog viene letto anche in Russia, e la cosa mi fa veramente molto piacere.
A maggior ragione, sfogliando i giornali nei giorni scorsi, sono stata colpita dalla notizia che Vladimir Putin, al suo terzo mandato come presidente della Russia, non è riuscito a invertire il processo di lento, ma inesorabile decadimento del suo Paese, afflitto anche da una persistente epidemia di alcolismo che continua a mietere vittime, e che pare prenda il via dalle purghe staliniste, quando il dittatore, vittima forse di problemi psichiatrici (uccise il medico che gli aveva diagnosticato una sindrome paranoide), per tenere a bada la popolazione, oltre che utilizzare metodi come la deportazione, la tortura o la prigionia, immise grandi quantità di alcolici in circolazione, a prezzo molto basso. La conseguenza fu che fino agli anni '60 la vita media della popolazione maschile era di 50 anni.
L'Onu ha stimato che nel 2050 la Russia avrà perso 30 milioni di persone in mezzo secolo, riducendo, dal 2000, la popolazione a 116 milioni di persone.
E questo anche se il predecessore di Putin, Michail Gorbaciov, con la sua campagna contro l'alcol è riuscito a prevenire all'incirca 400 mila morti, chiudendo le distillerie ed il 90% di negozi di alcolici a Mosca.
Ora la vita media di un uomo in Russia è di poco più di 69 anni e i morti superano i nuovi nati. Anche le donne dopo i 30 anni sono poco invogliate e fare figli, se i loro uomini sono così dediti alla loro dose giornaliera di vodka e le ristrettezze economiche non consentono altri lussi.
Tutti in Russia?



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mercoledì 1 maggio 2013

Aiutati, che il crowdfunding ti aiuta!

Progetto del Libro "Immagini di Morte"



(tavola originale di Giancarlo Caracuzzo per "Immagini di morte")


E' da gennaio, che dal centro città alla periferia, siamo circondati dalle loro facce: a volte seriose, a volte sorridenti, a volte addirittura sbarazzine. A volte fotografati "come natura crea", a volte "truccati" con il photoshop, che aggiunge qualche capello e attenua qualche ruga. Sono le facce,  immortalate nei manifesti,  dei nostri politici e governanti,  o aspiranti tali.

Ma il photoshop più inquietante avviene nei programmi. Tante parole, tanti slogan, ma avete sentito mai qualcuno dire con chiarezza che non ci sono e non ci saranno fondi per la cultura, lo spettacolo, la tutela del paesaggio? Nessuno lo dice, salvo poi assistere sconfortati ad una decurtazione che va avanti da anni e ci ha portati all'imbarazzante 0,16% del Pil dedicato a questi settori.

Cosa fare? Dobbiamo trovare il coraggio di cominciare ad agire dal basso per realizzare qualcosa, anche di piccolo.

E forse una risposta può essere il crowd funding. Vediamo cosa dice wikipedia:

Il crowd funding,  o crowdfunding (dall'inglese crowd, folla e funding, finanziamento) è un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone ed organizzazioni. È un processo di finanziamento dal basso che mobilita persone e risorse. Il termine trae la propria origine dal crowdsourcing, processo di sviluppo collettivo di un prodotto. Il crowdfunding si può riferire a processi di qualsiasi genere, dall'aiuto in occasione di tragedie umanitarie al sostegno all'arte e ai beni culturali, al giornalismo partecipativo, fino all'imprenditoria innovativa e alla ricerca scientifica.
Il web è solitamente la piattaforma che permette l'incontro e la collaborazione dei soggetti coinvolti in un progetto di crowd funding. 

Colui che ha portato alla notorietà il crowdfunding oltreoceano è Barack Obama, pagando parte della sua campagna elettorale per la presidenza con i soldi donati dai suoi elettori, i quali erano i primi portatori di interesse. Le iniziative di crowdfunding si possono distinguere in iniziative autonome, sviluppate ad hoc per sostenere cause o progetti singoli, e piattaforme di crowdfunding.

Il progetto che sponsorizzo, insieme a Giancarlo Caracuzzo, non richiede un grandissimo impegno economico, ma se ci aiuterete a realizzarlo, oltre ad avere il vostro piccolo tornaconto (leggete le condizioni), ci consentirete di sostenere un' "arte"  che non va sottovalutata come veicolo di comunicazione culturale ed emozioni.
In questo caso si affronta il tema dei bambini-soldato, reclutati in America Latina, soprattutto da trafficanti di armi e droga. E' una storia ben scritta e illustrata. Merita la vostra considerazione ed il vostro sostegno.
D'altra parte le regole sono trasparenti e chiare: se non si raggiungerà l'importo minimo, i soldi investiti verranno restituiti a tutti, fino all'ultimo euro. Aiutateci a tentare una strada diversa per fare qualcosa di interessante!


Progetto del libro "Immagini di morte"