venerdì 28 giugno 2013

Diventeremo "slow" come i norvegesi?

(Anders Zorn - Donna che lavora la maglia)

Il Wall Street Journal, qualche giorno fa, ha pubblicato un interessante articolo sulla lentezza in Norvegia, che secondo Johan Harstad, giovane scrittore nato in quei luoghi, è molto condizionata dall'attesa: che il ghiaccio si frantumi e che il sole faccia di nuovo capolino, dopo il lunghissimo inverno.

Per fare qualche esempio, parliamo dei programmi tv, che vanno da uno streaming di 18 ore sui salmoni che risalgono la corrente del fiume, all'intero viaggio di un treno nella tratta Oslo-Bergen attraverso le immagini di una telecamera posta su un vagone. Non solo, la tv nazionale norvegese sta preparando un nuovo programma dove sarà possibile seguire il lavoro di artigiani esperti di uncinetto.

Beh, dice Harstad, provate a venire nel mio Paese a metà febbraio. Ogni cosa è seppellita da neve e ghiaccio, è normale che si viva come sott'acqua, molto lentamente, cercando di conservare energia per qualche sprazzo di sole, e per tempi migliori.

Pensavo alle bizzarrie climatiche di Roma, e alla agognata estate che non accenna ad esplodere.

E ho avuto un flash, ho immaginato il "coatto", pieno di tatuaggi da esporre in spiaggia, costretto davanti alla tv in un lungo week-end piovoso,  rapito, invece che dalle azioni calcistiche del suo beniamino, dal dritto e rovescio delle abili mani di una signora che fa la maglia... Sogno o incubo?

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