lunedì 10 dicembre 2012

Lo stress, brutta bestia!

La scorsa settimana ho visto a Vicenza una mostra proprio bella, che consiglio vivamente a tutti.
Se proprio non potete andare, sperimentate almeno  un tour virtuale : Raffaello verso Picasso.

C'è da dire, per onore di cronaca, che il produttore Marco Goldin è stato molto biasimato da alcuni dotti critici d'arte, per aver messo insieme "un'accozzaglia di opere sublimi, senza lo straccio di un'idea o di progetto culturale, che non sia l'apoteosi del marketing del capolavoro. "

In verità non sono molto d'accordo nella demolizione di queste iniziative, perchè se continuiamo con il discorso della fruizione elitaria della cultura  rischiamo di fare come Maria Antonietta, che, a proposito del popolo affamato, esordiva con "Mangino brioches".  Meglio un po' di pane, insomma. L'arte può essere anche divulgativa, condivisibile e coinvolgente, seppure alla base non ci sia una grande cultura e preparazione.  Anche per le nuove  generazioni marchiate Apple, aggiungo.

Siccome tra i possessori di apparecchi Apple ci sono anche io, la cosa che trovo veramente inconcepibile è l'accanimento degli operatori museali nel ricordare pedissequamente ed insistentemente che non si devono usare i cellulari. Sarebbe meglio, forse, farli depositare obbligatoriamente insieme a cappotti e borse e non disturbare continuamente i malcapitati visitatori. A maggior ragione leggendo che una nuova moda impazza, anche su Twitter: farsi degli scatti illegali e personalizzati accanto a famosissime opere d'arte, raccogliendoli sotto un unico hashtag, #Artselfie, slang americano per dire autoscatto.

Renoir, Dance at Bougival

Il ragazzo messo a guardia dei quadri era così stressato che invitava continuamente anche ad allontanarsi dalle opere, poco protette da sistemi di sicurezza. Con il risultato di interrompere in malo modo l'estasi prodotta da cotanta bellezza.  Imperdonabile.

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