lunedì 4 febbraio 2013

Abbiamo paura? Condividiamola.




(disegno di Giancarlo Caracuzzo)


Mentre nei secoli scorsi si aveva paura soprattutto della morte, oggi si ha paura della vita. I fattori scatenanti della paura di un tempo erano molto più universali e quello che accadeva lontano da noi rappresentava l'ignoto. Diversamente oggi sappiamo tutto quello che accade in ogni angolo del pianeta, temendo per i nostri figli se un pazzo uccide dei bambini in una scuola americana, o angosciandoci se uno tsunami devasta la costa tailandese.
Ogni paura , insomma, pur essendo generalizzata, coinvolge ognuno di noi, diventando lo sfondo permanente delle nostre vite, generando un'angoscia a volte paralizzante, perchè non abbiamo antidoti contro le catastrofi nucleari, le epidemie, il terrorismo o le minacce del sistema finanziario, che assumono contorni quasi apocalittici nella maniera in cui ci vengono continuamente proposti e raccontati.
Le paure tradizionalmente nascono dall'ignoranza, ma oggi anche la conoscenza può angosciarci e farci percepire l'ansia del presente.
Come esorcizzare le paure? Con la consapevolezza,  che può trasformare l'angoscia in curiosità, non qualcosa di paralizzante, ma un fattore di progresso che spinga a cercare soluzioni per andare avanti.
E condividendola, come si fa ormai per tante altre cose materiali: la Share Economy, così viene definita l'economia della condivisione, sta aprendo nuovi orizzonti anche alla socialità. A casa di qualcuno per mangiare un piatto di spaghetti, in un negozio per fare insieme degli acquisti, al parco per prendersi in carico il cane di un altro che ci restituirà la cortesia, con il valore aggiunto di uno scambio di conoscenza e di esperienza, che si trasforma poi in relazioni: utilities in humanities.
Per non sentirsi meno soli ad affrontare le proprie paure, che sono poi anche quelle dell'altro.





Nessun commento:

Posta un commento