Il figlio ventenne di una mia amica, gran bel ragazzo, è stato convocato per un casting.
Si tratta di partecipare ad una performance in cui attori in costume restano fermi e silenziosi, come in un quadro, che viene a sua volta filmato e fotografato.
La messa in scena è opera di uno dei più geniali e celebrati artisti italiani contemporanei, Luigi Ontani, che usa mascherarsi in vari modi, sfiorando spesso il kitsch e la provocazione fine a sè stessa, per puro spirito narcisistico.
Il nostro artista, naturalmente, ha partecipato a diverse Biennali di Venezia, ed espone in tutti i principali musei del mondo.
Ora dovrò proprio ammettere la mia profonda ignoranza nell'ambito del postmoderno, ma andando per curiosità a vedere le opere più famose di Luigi Ontani, che ora non si chiamano più opere d'arte, ma performance, gesti, azioni, mi sono imbattuta in questa:
E allora io mi chiedo, cosa è oggi l'arte? E cosa la bellezza? Per molto tempo la prima è stata identificata con la religione , affrancandosi da questo vincolo soltanto nel secolo XVIII, come bello al posto del bene assoluto, addirittura sostituendosi a Dio.
Ma ora sembra proprio che la parola bellezza sia stata addirittura estromessa dall'ambito artistico. Al suo posto si parla di emozione, o sensazione. Speriamo di non essere finiti in un binario morto.