mercoledì 13 giugno 2012

Mangio Ergo Sum.

Ieri sera sono stata a cena da una cara amica, esperta della macrobiotica.

E giù zucchine, carote, fagiolini, rigorosamente cotti al vapore e senza olio. Da bere solo succo di mela al naturale.

Non posso annoverare quei cibi tra i più gustosi mangiati nella mia vita , ma gli ingredienti di base erano altri. La mia amica ha cucinato per noi due, con cura. Ha apparecchiato la tavola per noi due, in maniera semplice, ma elegante. Ed erano altrettanto tangibili l'affetto con cui mi ha accolto nella sua casa e l'intimità di quei semplici gesti.

Si dice che gli italiani siano l'unico popolo al mondo che mentre mangia parla di cibo. Ma non era sufficiente. Ora mentre si mangia si guardano le trasmissioni e/o i documentari sulla preparazione e sulla consumazione dei cibi, che in realtà vengono diffusi a tutte le ore e secondo i più svariati format..

C'è lo chef internazionale che istruisce giovani adepti, bravissimo ma cattivissimo, e lo sperimentatore di cibi immangiabili (non parliamo di ragni o cavallette, ma addirittura di carogne di animali trovati morti ai bordi delle strade).

Ci sono tettute presentatrici nostrane che si cimentano nella perfetta preparazione della cotoletta e bambini/mostri che ti sanno fare una "quiche lorreine" con i fiocchi.

Non appare strano mettere il cibo al centro della nostra vita, anzi.

Il cibo, in quanto fonte di sostentamento primario, ma anche di puro piacere, dovrebbe metterci in contatto con la nostra parte più intima e vera. Ma ormai mi pare di cogliere in questo, come in altri generi di piaceri, un atteggiamento sempre più passivo e virtuale.

E guai a chi non dorme:

 
http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=201690&sez=SCIENZA

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