martedì 5 giugno 2012

Incubi notturni.

Ho sognato di diventare grassa. Non cicciottella, ma proprio obesa. 
Sarà che passando in rassegna il guardaroba estivo ho provato un paio di pantaloni e non si chiudevano bene, sarà che le amiche mi dicono che "di viso" sto tanto bene,  o sarà che la bilancia, in ultima analisi, me lo dica senza mezzi termini... insomma,  2/3  chili in più rispetto all'autunno ci stanno. 
Nel sogno non riuscivo neanche ad infilarmi nella cabina della doccia e una volta entrata (faticosamente) in auto,  nonostante tirassi come una forsennata la cintura di sicurezza, non c'era abbastanza lunghezza per farla passare sulla pancia ed agganciarla dall'altra parte. Che dire, un vero incubo, seppure nel sogno non avessi la percezione di essere infelice.
Oltretutto, all'extra-large dovremo abituarci. Nonostante le campagne di informazione salutiste, i valori nutritivi stampigliati su ogni singolo prodotto in vendita,  il rimando continuo ad immagini patinate di uomini e donne magri, perciò belli,  la diffusione di interventi chirurgici per ridurre la dimensione dello stomaco, le pillole per togliere l'appetito. 
Pare che rispetto al 1980 gli individui obesi siano raddoppiati (un miliardo e mezzo)  e si muore ormai più di cibo che di fame: in America ormai sono diffuse bilance che arrivano fino a 130 kg e gabinetti con piedistalli di rinforzo per evitare incidenti da sradicamento. 
 Come dice Marino Niola su Repubblica: "le carni tremule degli over-size diventano l'ologramma di un mondo schizofrenicamente diviso tra chi non ha abbastanza e chi ha troppo".
E immaginando un mondo tragicamente "smisurato"  mi vengono in mente quegli stereotipi culturali per cui la "cicciona" è più allegra e più buona della magra, o quel proverbio romanesco che dice: "omo de panza, omo de sostanza".

 

 

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