mercoledì 29 agosto 2012

In memoria di nonno Antonio (lotterò contro la discarica).



Nonno Antonio non l'ho mai conosciuto, sono nata solo dopo qualche anno che lui se n'era andato, per una banale (oggi) ulcera perforante, mal curata.

Tra i tanti flash della mia infanzia il frontespizio della casa colonica dove sono nata (mia madre fu aiutata da una levatrice ungherese, la quale si indignò sapendo che i miei mi volevano chiamare Rosalba e stabilì che dovessi essere Katia).

La casa fu assegnata a mio nonno nel 1954, insieme al terreno : c'era scritto “Podere Sant'Antonio”, come stabiliva il capitolato dell'”Ente Maremma” che intitolava ciascuna abitazione al nome di un santo.



Nonno fece costruire il casale sotto la collina, per poter usufruire delle sorgenti di acqua potabile e poter disporre di un fontanile già esistente, risalente al 1.700, che poteva essere usato sia per abbeverare il bestiame che per l'irrigazione dei campi; faceva il guardiano a cavallo in quel latifondo e lo conosceva come le sue tasche.

La nostra proprietà confinava con quella di un coltivatore ed allevatore di cavalli, era bello vederli scorazzare al di là della palizzata, a poche centinaia di metri da casa nostra, fino a qualche anno fa. Ogni tanto, Dio ci perdoni, ci lamentavamo del fatto che i cavalli attirassero le mosche.

Ora il ventre di quello stesso terreno viene preparato ad arte, e dal fetore che si avverte raccoglie già notevoli quantitativi di immondizia e acque inquinate. Gli unici animali presenti sono i gabbiani che volteggiano, gridano e poi planano, in un inquietante carosello di morte.


Nessun commento:

Posta un commento