sabato 9 novembre 2013

Se lo sconto diventa scontato.

Una delle più belle esperienze che ricordo, se penso a Istanbul, e' lo stordimento conseguente all'insieme dei colori e dei profumi del suk e al  brusio continuo della gente che si accalca lungo gli spazi di scorrimento del mercato.
Per anni, dopo quel viaggio, la mia famiglia ha ricevuto gli auguri di Natale da un mercante di tappeti, dopo che io, distrattamente, ne accarezzai uno molto bello.
Ricordo di essere stata in quel negozio circa tre ore, di aver bevuto almeno tre bicchieri di te' alla menta, di aver parlato e ascoltato moltissimo (il mercante conosceva molto bene quattro lingue), e di aver acquistato tre tappeti ad un prezzo irrisorio. O meglio, così mi illudo.
Un paio di anni fa, tornando in Turchia, in una mini trattativa per acquistare una maglietta, un anziano negoziante si lamentava del fatto che i turisti sono diventati arroganti, si presentano con i soldi in mano e acquistano senza neanche chiedere lo sconto. Si, perché nel Sud del mondo si tratta per non offendere il venditore.
Certo, l'abitudine alla negoziazione, per colpa della crisi, sta prendendo piede anche da noi; a partire dagli immobili ai viaggi, ogni settore si trova a scontare, se vuole vendere. Molto passa attraverso il prendere o lasciare, magari utilizzando il click di un computer.
Vuoi mettere però la trattativa face to face? Una vera forma di corteggiamento, di seduzione applicata, in cui contano la gestualità e gli ammiccamenti, la simpatia reciproca, il bluff. Perché alla fine tutti si sentano accontentati, al di la' degli acquisti scontati.

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