mercoledì 8 agosto 2012

Le buone cose di pessimo gusto.


Sfogliando le riviste di arredamento,  tutte protese ad enfatizzare lo stile cosiddetto minimalista,  essenziale, privo di orpelli e sovrastrutture, mi vengono alla mente le parole della poesia di Gozzano, “L'amica di Nonna Speranza”:
Loreto impagliato ed il busto d'Alfieri, di Napoleone
i fiori in cornice (le buone cose di pessimo gusto),
il caminetto un po' tetro, le scatole senza confetti,
i frutti di marmo protetti dalle campane di vetro,
un qualche raro balocco, gli scrigni fatti di valve,
gli oggetti col monito,
salve, ricordo, le noci di cocco,
Venezia ritratta a musaici, gli acquarelli un po' scialbi,
le stampe, i cofani, gli albi dipinti d'anemoni arcaici,
le tele di Massimo d'Azeglio, le miniature,
i dagherottipi: figure sognanti in perplessita',
il gran lampadario vetusto che pende a mezzo il salone
e immilla nel quarzo le buone cose di pessimo gusto,
Sono una fan della funzionalità e della praticità, non conservo bomboniere e non esibisco centrini fatti all'uncinetto, come faceva appunto la mia nonna: le bomboniere rigorosamente  esposte  in una vetrinetta all'ingresso,  i centrini disseminati sui divani e a centrotavola .
Ma, insomma, non sempre minimalista è sinonimo di elegante, e non sempre l'arredo spartano regala sensazioni così amplificate. Soprattutto,  anche l'arredo minimal necessita di buongusto ed equilibrio.
Ho visto loft che sembrano dei padiglioni d'ospedale e  miniappartamenti che ricalcano fedelmente una cella frigorifera, perchè vanno bene la  linearità, l' omogeneità e la purezza, ma  un tessuto, un decoro, un quadro che non sia necessariamente un poster astratto e sovradimensionato, ce lo potremo pure inserire nelle nostre case, senza correre il rischio di essere considerati kitsch?

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