venerdì 25 maggio 2012

Le favole a rovescio.

Le favole a rovescio
di Gianni Rodari

C'era una volta
un povero lupacchiotto,
che portava alla nonna
la cena in un fagotto.
E in mezzo al bosco
dov'è più fosco
incappò nel terribile
Cappuccetto Rosso,
armato di trombone
come il brigante Gasparone...,
Quel che successe poi,
indovinatelo voi.
Qualche volta le favole
succedono all'incontrario
e allora è un disastro:
Biancaneve bastona sulla testa
i nani della foresta,
la Bella Addormentata non si addormenta,
il Principe sposa
una brutta sorellastra,
la matrigna tutta contenta,
e la povera Cenerentola
resta zitella e fa
la guardia alla pentola.



Dobbiamo essere consapevoli che il modo in cui ci raccontiamo la vita ci può davvero salvare e farci scrivere la nostra favola al contrario (Gianni Rodari docet).

C'è stato un tempo in cui credevo che la mia storia fosse immutabile.
Certo, ero molto rassicurata da quel copione che sembrava fosse stato scritto solo per me, e recitavo la mia parte in maniera impeccabile, senza timore di apparire ridicola o fuori luogo.

Poi accade qualcosa che ti getta nel caos, smantella tutte le tue certezze e obtorto collo ti "rimette in gioco". Potrai impiegare tutta una vita per imparare a giocare, ma non importa.

Ricordo con affetto e nostalgia la mia nonna paterna, che da bambina non aveva posseduto giocattoli, provenendo da una famiglia umile. Quando mi vedeva armeggiare con le bambole si metteva accanto a me, in silenzio, e mi osservava. Poi, pian piano, timidamente, interagiva, fino ad arrivare a  sceneggiare le nostre storie.     

Un giorno tutte e due volevamo capire come funzionasse il meccanismo degli occhi delle bambole, perchè si aprivano e si chiudevano. Lei prese una forbice e squarciò il viso della bambola. Ci divertimmo tanto quel giorno. Una perfetta favola a rovescio.


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