lunedì 15 ottobre 2012

Dopo l'applauso la standing ovation?

Noi italiani ci siamo sempre distinti per la fantasia, anche nelle esternazioni non verbali. Ci dimeniamo, gesticoliamo, alziamo il tono della voce, per colorare e descrivere le nostre emozioni.
Da qualche anno, pertanto, l'applauso è diventato qualcosa che non ha quasi più nulla a che fare con le emozioni teatrali o patriottiche,  accompagnando spesso,  o sostituendosi,  ai pianti ed agli strazi familiari nei funerali.
Non importa se il defunto sia stato un benemerito della nazione o un fetente mafioso, quando il feretro esce dalla chiesa scatta il lunghissimo applauso, quasi ad evocare l'arrivo delle telecamere.
Forse l'applauso funebre è cominciato con i funerali di Anna Magnani nel 1973, in cui uno scroscio di applausi accompagnò la salma dell’artista. Al tempo poteva essere giustificato dal valore artistico della defunta attrice, tributata come avrebbe sempre preferito, ma nel tempo il battimani si è esteso a moltissime occasioni, è stato democraticamente concesso a tutto e tutti: morti, vivi, personaggi di fantasia, divinità, animali.
Perchè, in fondo, la vera anagrafe degli italiani non è l'edificio presso il quale andiamo a ritirare la carta d'identità, ma la televisione. E tutto sembra rivolto a battere un imbarazzante silenzio.
Trovate qualcosa di straordinario nell'atterrare con l'aereo? Eppure, se vi trovate su un volo in compagnia di connazionali, anche quell'azione che i piloti compiono costantemente, sostanzialmente una prassi, diventa qualcosa da applaudire.
La prossima tappa sarà la standing ovation, riservata un tempo a personaggi e momenti di indiscussa eccezionalità, come la consegna dei premi Nobel.
In fondo l'ha ricevuta anche Ruby, quando in televisione ha assicurato di non essere mai andata a letto con Berlusconi (!)
E non è finita qua  Black Mirror  ci spiega cosa potrebbe accadere in futuro.

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