giovedì 4 ottobre 2012

Gufo protagonista.

(Illustrazione di Flavia Caracuzzo)


Ve lo ricordate Anacleto , il gufo scorbutico e irriverente del film Disney "La spada nella roccia?"
Per non parlare dell'esemplare bianco di proprietà di Harry Potter, ancora più famoso, se è vero che dopo l'uscita del romanzo migliaia di persone sono corse ad acquistare un rapace notturno da tenere come animale domestico.
E dire che in passato la suggestione che evocava il volatile era assolutamente infausta, richiamando l'oscurità, il malaugurio e morte. Si tramanda che la morte di Augusto e di Cesare furono preannunciate dal verso di un gufo, e il cristianesimo ha perseverato nell’associazione tra il gufo e gli spiriti malvagi, fino a ridurlo uno dei simboli di Satana; su una vetrata della cattedrale di Saint-Etienne, a Bourges, il demonio si palesa ad Adamo ed Eva sotto le spoglie di un gufo dalla testa umana, appollaiato sull'Albero della conoscenza.
Tuttora, in ogni regione italiana sopravvivono credenze e superstizioni: in Sicilia un gufo che canta presso la casa di un malato significa che costui morirà entro tre giorni e, se non ci sono infermi nella casa, annuncia che quanto prima uno dei suoi abitanti sarà colpito da tonsillite (chissà perchè proprio la tonsillite).
Sicuramente, però, il gufo da il meglio di sè nella tradizione magica, in quanto gli vengono attribuiti diversi poteri:  la visione notturna, la furtività, la saggezza, la telepatia nonché – per la sua vista notturna - la chiaroveggenza e la proiezione astrale. 
Io preferisco immaginarlo come simbolo della visione interiore e della chiarezza nei momenti cupi. Mi piace disegnato o trasformato in monili (possiedo degli orecchini), mi piacciono le sue fattezze tonde, ma non avrei mai cuore di accudirlo come un cane, tenendo pulcini e topi congelati in frigo per nutrirlo. Si, perchè al gufo il cibo levigato e pulito fa male, non consentendogli di produrre la "borra", un rigurgito dall'effetto purificante (per lui).










Nessun commento:

Posta un commento