martedì 17 luglio 2012

Se neanche Naomi ce la fa...


Io personalmente ho cominciato ad avvistarle a frotte la scorsa primavera. In genere fuori dai cinema multisala e nei centri commerciali.

In realtà sono facilmente riconoscibili anche da lontano, in conseguenza della deambulazione difficoltosa e della continua, forse anche vana, ricerca del “centro di gravità permanente”.

Sono le vittime del plateau con tacco 12.

Amo i tacchi, e naturalmente trovo che siano un forte strumento di seduzione; allungano la gamba, snelliscono la caviglia, conferiscono slancio alla figura, evocano potere e ricchezza ( non a caso il Re Sole amava farsi confezionare scarpe con il tacco riccamente decorato).

Ma non metterei proprio sullo stesso piano l'impegno posturale che richiede il presenziare alle cerimonie del tè in qualità di geisha, o fare l'attrice in Sex and The City, rispetto al caracollare tra una scala mobile ed un supermercato.
Qualche anno fa Barbara Alberti disse che la chirurgia estetica è il vero burqa delle donne occidentali, ed Oliviero Toscani che il dominio gay ha creato le donne anoressiche, soltanto stampelle, meno scopabili.

Quale oscura trama si nasconde dietro ad un plateau?


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