giovedì 19 luglio 2012

2040.


Qualche giorno fa leggo che nel 2040 uomini e donne vivranno in media 4 anni in più, con una aspettativa di vita che passerà da 84 ad 88 anni per gli uomini, e da 88 a 92 anni per le donne.

Realizzo quindi che nel 2040 rientrerò a pieno titolo nella categoria degli anziani e, come ci avvisano tutti gli istituti di ricerca e statistica, sarò anche povera - sempre che sia sopravvissuta a malattie, incidenti, cataclismi, fine del mondo, ecc. -

Però non voglio deprimermi e vado alla ricerca di qualche buona notizia.

Eccola, finalmente: alcuni scienziati hanno osservato che quando il verme Caenorhabditis elegans (C. elegans) viene spedito nello spazio, l’accumulo di proteine tossiche, che normalmente si depositano e causano l’invecchiamento dei muscoli, e’ inibito.

Siccome il minuscolo vermicello ha il dna mappato come l'uomo e caratteristiche simili per quanto concerne le cellule muscolari, i ricercatori hanno verificato altresì che dopo il soggiorno nello spazio la durata media della vita di questi simpatici lombrichi si allunga in maniera sensibile.

Siamo quindi in presenza di una strabiliante (!) tesi: la riduzione muscolare e delle ossa negli anziani è un adattamento del corpo all'ambiente e che l'assenza di peso significherebbe minore necessità di forza e resistenza. Verranno quindi avviati ulteriori studi che potrebbero dimostrare che anche l'uomo, vivendo nello spazio, potrebbe vivere meglio e più a lungo.

E' davvero una buona notizia?



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