venerdì 27 luglio 2012

Un'App al giorno toglie il medico di torno.


A guardarmi intorno è ormai acclarato che lo smartphone si è imposto come nuovo prodotto di massa, ma è altrettanto vero che cio' che rende questo telefono evoluto,  anche un contenitore unico e personalizzato,  è la APP.

Ognuno infatti può attingere al suo store di riferimento e rifornirsi di qualsiasi tipo di applicazione, da quella per giocare a quella per cambiare la voce, da quella per cacciare le zanzare a quella per scoprire il cancro al seno.

Ragionavo sulle motivazioni dell'attrazione fatale verso l'universo infinito delle APP . Una, di sicuro, è la velocità, congiunta all'immediatezza. Con un semplice TAP possiamo andare sulla nostra pagina di Facebook, cercare le opinioni per un ristorante nel luogo di vacanza, tradurre velocemente un testo, e così via.

Ricordate quando anni luce fa, nel 2004, in un film (Se mi lasci ti cancello) era stata ipotizzata la possibilità di cancellare dalla memoria il dolore conseguente ad una difficile relazione d'amore?

Se pensate che sarebbe straordinario disporre di una applicazione per non soffire, mi dispiace, non posso darvi ancora l'annuncio che è stata scoperta. Ma sono convinta che siamo sulla buona strada, visto che dalla scorsa primavera possiamo agire sui sogni, introducendo dei paesaggi mentali artefatti mentre è in corso la fase REM del sonno.

Quello che mi ha divertito della ricerca dello psicologo britannico Richard Wiseman, in realtà, è la conferma che di giorno gli uomini e le donne sognano cose diverse, anche rispetto all'aspettativa di un sogno vero.





Ma avevamo ancora dei dubbi? 





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